mercoledì 5 ottobre 2016

LA RIVINCITA DI ACK
Le storie degli atleti paralimpici  hanno un filo comune, sono storie di persone che hanno trovato dentro di sé tutta la forza che possediamo in quanto esseri viventi perché "chi non ha affrontato le avversità non conosce la propria forza". La storia di Giovanni Achenza non fa eccezione. Una storia di forza, sacrificio, dolore ma soprattutto una storia di rivincita. Giovanni Achenza è Sardo, e orgoglioso di essere tale. Nato il 31 Luglio 1971 ad Ozieri (in provincia di Sassari), paesino che nel 1867 può vantare di essere stato rappresentato da un deputato speciale per il Regno D'Italia: un certo Giuseppe Garibaldi, che qualche segno del suo passaggio in questo mondo lo ha lasciato. Giovanni faceva il muratore e nel 2003 in seguito ad uno sciagurato incidente sul lavoro, a 32 anni, riporta una grave lesione midollare che lo rende paraplegico. Gli anni che seguono sono anni difficili, dove Ack, così lo chiamano i suoi amici, deve ritrovare se stesso, comprendere che la sua vita non è finita con quell'incidente e porsi dei nuovi obbiettivi perché un uomo senza un obbiettivo è come una zattera abbandonata in mezzo al mare. Tanta forza gli viene data dalla sua famiglia, dalla moglie e dalle due figlie. Poi, grazie ad un ortopedico, arriva l'incontro con l'handbike che da quel momento non lo lascia più. Dal 2007 inizia a correre in handbike nel paraciclismo facendo di una passione, uno sport e un obbiettivo. Così arrivano le prime soddisfazioni: Campione Italiano di handbike 2009, 2010, 2012, 2014, 2015 nella categoria H4. La prima rivincita di Ack
Nel 2009 arriva anche la convocazione nella nazionale italiana di paraciclismo che lo porta al Mondiale di paraciclismo dove si classifica ottavo. 
Poi arriva una delusione amara da digerire e che lo spinge a pensare di ritirarsi dall'attività sportiva. Non viene convocato dalla nazionale italiana di paraciclismo per le Paralimpiadi di Londra 2012. La sua frustrazione è grande e quella marea nera che ognuno ha dentro di sé gli dice di smettere, di fermarsi, di lasciar perdere tutto. Ma la forza di Ack ancora una volta ha il sopravvento. Decide di cambiare radicalmente, di porsi un nuovo, più ambizioso, obiettivo: diventare un atleta di Paratriathlon. E quindi aggiunge all'handbike anche il nuoto e la corsa con la wheelchair, cioè la carrozzina olimpica. Le gare di paratriathlon prevedono 750m di nuoto, 20km di handbike e 5km di corsa. Giovanni deve cambiare radicalmente i suoi allenamenti: in questo frangente viene a contatto con OTB e con il coach Federico Sannelli. Perché per il triathlon ci vuole un lavoro molto mirato e preciso: oltre ad allenare tre differenti discipline bisogna fare un lavoro di sintesi per integrarle fra loro. Giovanni capisce che Federico è l'allenatore giusto per trasmettergli una mentalità vincente.
Del cambiamento di mentalità di Ack, innescato dall'incontro con OTB, il suo allenatore mi ha raccontato un episodio significativo. Trovatisi in Canada, per una tappa di Coppa del Mondo di Paratriathlon, l'attenzione per ogni dettaglio era diventata talmente maniacale che Giovanni doveva stare attento anche all'alimentazione; essendosi stancato di mangiare pasta in bianco, si inventò la "Carbonara con la bresaola". Ricetta da lui creata per poter mangiare qualcosa di diverso ma pur sempre coerente con la vita da atleta. In quella tappa della coppa del mondo peraltro si classificò primo. 
La seconda rivincita di Ack passa proprio per il Paratriathlon poiché viene convocato dalla Nazionale Italiana e dove ottiene grandi risultati nella World Cup, come i secondi posti nelle tappe di Iseo, Besancon (FRA) e Sunshine Coast (AUS) e il primo posto nella tappa di East London in South Africa. 
La voglia di rivincita e la volontà di ottenere grandi risultati lo portano lontano dalla sua Sardegna; infatti si sposta con la famiglia a Riccione per essere in una posizione più agevole per le gare e gli allenamenti. I sacrifici, gli allenamenti e i risultati nelle gare producono i loro frutti e arriva la qualificazione alle Paralimpiadi di Rio 2016, dove per la prima volta nella storia il paratriathlon diviene disciplina olimpica.
Il 10 Settembre, nella gara olimpica, Giovanni Achenza da tutto il meglio di sé. Nella frazione di nuoto termina quinto, ma poi c'è l'handbike che è la sua specialità e così recupera fino ad arrivare appaiato al secondo posto con l'olandese Schipper e conclude infine la gara con la frazione di wheelchair al terzo posto. Bronzo Olimpico. Il più straordinario traguardo sportivo della sua vita. Proprio nella gara più importante Ack tira fuori il meglio di sé e ottiene questo grande successo che lo consegna nella storia dello sport olimpico italiano.
La grande rivincita di Ack è completa: la sua vita non è finita con quell'incidente del 2003, non è finita con la mancata convocazione per Londra 2012. Il guerriero che viene dalla Sardegna ha dimostrato che la grandezza di un uomo è dentro di sé e come recita una celebre poesia di William Ernest Henley:
"non importa quanto stretto sia il passaggio, 
quanto piena di castighi sia la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima."
R.M.
La medaglia più importante della sua vita. Rio 2016

Ack durante la gara di Rio 2016


Achenza e il suo allenatore Federico Sannelli


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