sabato 10 settembre 2016

EVER BANEGA El Tanguito
A Rosario, nella città del futbòl, c'è un derby tra due selezioni giovanili che è sentito dai Rosarini come il Superclàsico Boca-River: Alianza Sportiva contro Grandoli Fc. La sfida ha luogo su quei campi impolverati che si trovano solo in Argentina, dove giocando si respira a pieni polmoni polvere e futbòl. Le partite della classe '87 rimangono negli annali. I numeri 10 delle due selezioni sono entrambi piccoli, uno in particolar modo, ma sono di gran lunga i migliori giocatori in campo. Nell'Alianza Sportiva Il numero 10 è Ever Banega mentre per il Grandoli Fc veste quella maglia Lionel Andrés Cuccitini, meglio conosciuto come Leo Messi. Banega ricorda quelle partite. "Era uno spreco di tempo perché avremmo giocato contro un nano e ci avrebbe fatti sembrare tutti degli stupidi. Era piccolo, la divisa era troppo grande per lui, ma quello che faceva era già fenomenale."  In realtà Ever non avrebbe neanche dovuto giocare perciò precisa:"Ero in una categoria di età inferiore, ma mio papà era l'allenatore della classe 1987 e così era solito farmi giocare in quella categoria." Infatti Banega nasce il 29 Giugno 1988 nel Barrio Saladillo a Rosario. La sua infanzia è come quella di tanti ragazzini nati nel Barrio, non ci sono soldi e ogni cosa va guadagnata. Perfino le scarpe da calcio erano da condividere con i fratelli. "Luciano giocava all'una, Cesàr alle tre e poi arrivavo io". Ma il suo talento non era come quello di tanti, il talento di Ever era evidente e fu la sua ancora di salvezza.  J.Griffa, grande maestro di futbòl argentino, che ha avuto come apprendisti gente del calibro di Valdano, Batistuta e Tevez, lo nota e lo porta da Rosario a Buenos Aires sponda Xeneizes. Griffa sul Tanguito dichiara che era bravo tecnicamente ma quello che mi sorprese davvero era la sua straordinaria mentalità. Questa mentalità lo porta ad essere titolare a 18 anni nel Boca Juniors e a vincere la Copa Libertadores nel 2007. A 19 anni, 19 è il suo numero fortunato tanto da tatuarselo sul polpaccio destro insieme allo scudetto del Newell's Old Boys (squadra di cui è tifoso devoto), arriva la chiamata Europea. Ever Banega è un nuovo giocatore del Valencia. Ma quelli che dovrebbero essere gli anni della sua consacrazione sul palcoscenico europeo sono invece caratterizzati dalle sbandate fuori dal campo. Un'escalation di Alcol, movida e allenamenti con pesanti postumi da sbornia che culmina con la rottura di tibia e perone. Infortunio che non avviene su un campo da calcio ma da un benzinaio. Banega non si ricorda di mettere il freno a mano alla sua Audi A8 e quando questa inizia a muoversi prova a fermarla con la gamba. Risultato: 6 mesi di stop.
Iniziano anni difficili, fatti di prestiti e prestazioni anonime, fino a che non arriva la svolta. E la svolta ha un nome e un cognome. Unai Emery.  Che lo allena prima a Valencia e poi nel Sevilla tre volte vincitore dell'Europa League. Emery lo inventa falso diez, in un ruolo più offensivo in cui Ever può spaziare nella metà campo avversaria e inventare assist al bacio, come quello in finale di Europa League contro il Liverpool. Geniale. In entrambe le finali Banega viene nominato El Hombre del partido con conseguente titolo di MVP della Finale. Per la stagione 2016-17 Banega firma per l'Inter dove avrà il compito di ammaliare S.Siro con le sue giocate fenomenali, regalando assist per i nerazzurri. Ma se volete sapere chi è Ever Banega e qual'è il suo ruolo, dovete sentire le parole di uno dei massimi conoscitori del calcio argentino in Italia. Lele Adani. Per comprendere Banega "si deve uscire dal concetto di ruolo per entrare nel concetto di pensiero calcistico." Questo è Banega, un anarchico della tattica, un funambolo del pensiero calcistico.
Bienvenido Tanguito,
R.M.


Nessun commento:

Posta un commento