venerdì 14 ottobre 2016

Matthew Le Tissier, "Le God"
4 Novembre 1986. Coppa di Lega. Si gioca al "The Dell", storico stadio del Southampton, che per l'occasione ospita il Manchester United. I padroni di casa asfaltano i red devils: 4-1. E un ragazzo di 18 anni che arriva da un'isola sperduta nella Manica, tal Matthew Le Tissier, segna una doppietta. Sono i suoi primi gol con la maglia dei Saints e costano la panchina all'allenatore dello United, Ron Atkinson, rimpiazzato con un scozzese figlio di operai che masticando un chewing-gum aveva già vinto 3 Campionati scozzesi e alzato 4 volte la Coppa di lega con l'Aberdeen: si chiamava Alex Ferguson e qualche anno dopo verrà insignito del titolo di "Sir" e nominato miglior allenatore del 21esimo secolo.
I primi gol di Le Tissier non sono banali, come mai banale sarà la sua carriera. 
Nasce a Guernsey, un isoletta tra l'Inghilterra e la Francia, il 14 Ottobre 1968. Esattamente il giorno in cui, dall'altra parte del mondo, nelle Olimpiadi in Messico Jim Hines vince i 100m scendendo per la prima volta nella storia sotto il muro dei 10 secondi (9"95 il suo tempo). Come vi dicevo: mai banale il nostro Matthew.
Dopo aver giocato e dominato il panorama calcistico sulla sua isola, decide di spostarsi nell'Hampshire dove viene preso nelle giovanili dei Saints e indossa per la prima volta la maglia a strisce bianco-rossa. Non giocherà mai più con nessun'altra maglia. 
Il legame che si crea nei 16 anni trascorsi insieme tra Le Tissier e i tifosi del Southampton è unico, come si può comprendere dal soprannome affibbiatogli: "Le God". Infatti tutti gli avversari che venivano in trasferta al The Dell si trovavano di fronte ad uno striscione che recitava così: "Benvenuti nella casa di Dio".
Mai banale, nemmeno nel soprannome.
Ma chi era Matthew Le Tissier come giocatore per essere così amato? una star rockeggiante come George Best? un idolo da copertina come David Beckham? No nulla di tutto questo, era un omone sgraziato di 186 centimetri, con una pancetta da Pub che non provava nemmeno a nascondersi sotto la maglietta bianco-rossa. Non aveva grande corsa e non disponeva di una forza fisica straripante. Ma il ragazzo aveva un talento che non aveva bisogno di essere supportato dal fisico: in tantissime immagini lo vedrete dribblare gli avversari quasi camminando e appena aveva un briciolo di spazio calciava verso la porta dei siluri dalle traiettorie imprendibili. 196 gol con i Saints giocando come fantasista in un calcio di grande corsa come quello inglese. La maggior parte dei gol sono segnati dalla lunga distanza, così non occorreva stancarsi troppo con la corsa e si poteva pensare al Coca-Malibu che lo aspettava al Pub. Un tiratore eccezionale che segnò 48 dei 49 rigori calciati in carriera. 
Non mancarono le possibilità a questo fenomeno d'altri tempi per raggiungere il successo nel grande calcio: lo contattarono  Tottenham, Liverpool, Chelsea e il Manchester United di quel Ferguson che avrebbe fatto carte false per affiancarlo a Cantona, ma furono tutte rifiutate. 
Perché a volte si crea un legame così magico e di equilibrio quasi alchimistico tra un giocatore e una squadra che non può essere ripetibile altrove: così Le God professò solo nell'Hampshire.
I suoi gol e le sue giocate sono di una spettacolarità ai limiti del reale, come il gol su calcio di punizione.. alla Le Tissier: punizione di seconda, tocco per Le God, palleggio e tiro a scavalcare la barriera nel sette.
L'ultimo passaggio epico della sua carriera si svolse il 19 Maggio 2001 in occasione dell'ultima partita della casa storica del Southampton: The Dell Stadium. I Saints ospitano i rivali dell'Arsenal di Arsène Wenger: risultato inchiodato sul 2-2, quando all'89' Le Tissier si inventa un gol di controbalzo sotto l'incrocio. 3-2 e omaggio al vecchio stadio. Sugli spalti ci sono migliaia di tifosi in lacrime per quello che è appena successo, un finale degno di un grande amore come quello tra Matt e il suo stadio. Inutile dire che dopo quel gol, Le Tissier non segnerà più, come un funambolo che cerca di recuperare un equilibrio ormai rotto prosegue con passo incerto fino al ritiro. Mai banale Matt.
Ora ha una villa nella sua isola natale, Guernsey, dove vive con un bicchiere di Coca e Rum sempre in mano e il ricordo del The Dell che si infiammava per Le God.
R.M.

Le God




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